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Galateo e champagne: ecco come servirlo nel modo giusto

uno champagne versato nei flute

Lo champagne da sempre accompagna i momenti più speciali, dalle cene a lume di candela fino agli eventi più importanti che segnano le tappe salienti della vita. Che sia per bagnare la proclamazione della laurea, l'avvio di una nuova attività o la nascita di una nuova vita, con la dolce metà o con gli amici di una vita, lo champagne è una delle bevande predilette e di maggiore pregio per rendere omaggio al traguardo raggiunto.


 

Esistono, però, delle regole, estremamente precise e note agli addetti ai lavori, che regolano il modo esatto con cui andrebbe servito, per rendere l’esperienza unica. Il Galateo, nel servizio di uno champagne, diventa quasi fondamentale, se si vuole esaltare l’eleganza e la raffinatezza dei suoi sentori. Sono regole di bon ton che affondano le radici in una tradizione molto lontana nel tempo e se rispettate alla lettera possono regalare un’esperienza di degustazione dei migliori champagne davvero memorabile. Vale dunque la pena conoscere più da vicino come bisogna servire lo champagne e soprattutto conservarlo.

 

Temperatura di servizio

Anche se molti ritengono che lo champagne vada servito freddo, in realtà la temperatura di servizio deve essere appena fresca, intorno agli 8 o 10 gradi circa.

 

Servire lo champagne ghiacciato, anche se si pensa possa scendere giù più volentieri, specie durante la stagione calda, in realtà mortificherebbe completamente il vino, non permettendo ai profumi e ai sentori più delicati ed eleganti di arrivare all’olfatto e al palato.

 

Per raggiungere questa temperatura, dunque, non serve tenerlo giorni interi in frigorifero, ma solo per tre ore, nel ripiano più basso, appena prima di servirlo.

 

Una volta portata a tavola la bottiglia e stappata, va poi tenuta nel suo secchiello fino a fine pasto.

 

Come si serve lo champagne

Il servizio dello champagne segue quasi un rituale a sé, un po’ come i professionisti del mestiere insegnano. Riguardo alla temperatura si è già scritto: lo champagne si serve fresco. Ma una volta a tavola, come si apre?

 

La bottiglia va estratta dal secchiello prendendola dal collo, e va asciugata la base delicatamente, tenendola saldamente nella mano. Con l’altra si dovrà provvedere a stapparla. L’istinto che governa la mano suggerisce di lasciare andare il tappo per riprodurre il botto distintivo di questo vino e aprire i festeggiamenti, ma il Galateo suggerisce l’esatto contrario.

 

Il botto del tappo è un gesto poco elegante che mal si abbina a un vino così sofisticato e raffinato. Bisogna innanzitutto rimuovere la gabbietta in metallo lasciandola integra, successivamente accompagnare il tappo verso l’alto, svitandolo e facendolo ruotare delicatamente. In questo modo, emetterà un leggero soffio, che segna tutta la sua eleganza. L’etichetta dovrà essere sempre rivolta verso il pubblico, e sempre tenendo la bottiglia alla base, va versato in due tempi nel suo caratteristico calice a tulipano. Una volta raggiunto il livello desiderato, che non deve mai strabordare, bisogna riporre la bottiglia nel cestello con la stessa delicatezza con cui è stato estratto.

 

Perché il bicchiere a tulipano

Per anni è stato detto che il bicchiere più adatto per assaporare lo champagne fosse la coppa in cristallo che, successivamente, ha lasciato posto alla più longilinea flûte.

 

Si tratta in realtà di due modelli di bicchiere non adatti a esaltare gli aromi dello champagne che, in questo modo, vanno completamente persi in poco tempo. Il calice a tulipano, in cristallo, invece, oltre che più moderno è anche il più adatto a conservare più a lungo i sentori del vino, così da farne apprezzare anche le note più leggere e delicate. Qui un approfondimento sui bicchieri da utilizzare per i vini spumante.

 

 

 

 


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